Page 8 - W Capo d'Orlando
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I bambini scrivono: “Io amo il mio paese perché è bello”, oppure “...perché c’è la
Madonnina sul Capo” o, ancora, “È il più bel paese del mondo” e seguono i disegni del
nostro mare con tante barchette colorate, le case con i tetti spioventi, la chiesetta sul Capo:
parole e immagini che sono poesie per la loro genuinità e che noi adulti abbiamo celato
in miriadi di parole complesse che, spesso, non significano niente, e quadri spettacolari
che, nella loro perfezione, perdono di spontaneità. C’è visibile e vivo l’amore per Capo
d’Orlando nei lavori dei nostri alunni dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Paolo II” che
hanno aderito con entusiasmo e gaiezza alla geniale proposta del Presidente del Consiglio
Comunale, dr. Carmelo Galipò, che ha chiesto questo materiale per pubblicare un libro a
misura di bambino”, un volume dove ci siamo anche noi adulti, io come dirigente e i miei
insegnanti che hanno seguito i ragazzini nell’esecuzione di questi lavori e siamo tornati
bimbi come loro, ci siamo ricordati di “appartenere” ad un paese, di amare il nostro mare,
la spiaggia, le tante strade che percorriamo ogni giorno di fretta, a volte senza guardare, il
capo verso il quale rivolgiamo, ormai, uno sguardo distratto. E tutto ciò l’abbiamo rivisto
con altri occhi, nelle linee infantili e nelle immagini dei nostri alunni. Ho notato anche
gli occhi del dr. Galipò inumidirsi nel leggere quelle righe e a guardare quei disegni, che,
sicuramente, hanno riportato anche lui indietro, nel magico mondo dell’infanzia.
Capo d’Orlando... è il nome del nostro bel paese, dove opera l’Istituto che mi ono-
ro di dirigere e dove, come prima attività in assoluto, cerchiamo di suscitare nei bimbi già
di due-tre anni che ci vengono affidati e che iniziano a fare i loro primi passi alla scuola
dell’infanzia, fino ai ragazzi di 13-14 anni che ultimano il loro percorso nella scuola secon-
daria di I grado, l’entusiasmo verso la conoscenza e lo studio che li porterà ad essere dei
buoni cittadini orlandini e, sicuramente, cittadini del mondo e, chissà, forse futuri ammi-
nistratori di un paese più attento alle necessità dell’infanzia, dai bisogni delle famiglie alla
scuola, perché un paese bello non è solo quello che la natura ci ha donato ma, anche, un
Comune vigile e rispettoso dei suoi abitanti.
Un paese è una famiglia, una comunità dove bisogna sostenersi l’uno con l’altro e,
nel quale, la politica è un servizio al cittadino: tutto questo i nostri ragazzi apprendono sui
banchi e non bisogna mai distruggere queste certezze e creare un cittadino “anaffettivo”
verso il proprio territorio, ma sempre partecipe e attivo.
Questo è il percorso didattico che ci siamo proposti a partire da queste attività ef-
fettuate, un itinerario che dovrà continuare anche nelle scuole secondarie di II grado e che
non dovrà mai cessare con la collaborazione di chi dirigerà il nostro paese negli anni futuri.
Così si parlerà di meno di sporcizia nell’ambiente, di mancanza di attenzione nella raccolta
differenziata dei rifiuti, di seggi elettorali disertati, di un paese lasciato solo agli atti do-
verosi dell’amministrazione e non ad un’attiva partecipazione dei “suoi figli”, i cittadini.
Io credo fermamente, e sono obbligata a farlo proprio dal mio incarico, perché non
posso raccontare fandonie ai ragazzi, o far vedere loro una realtà non consona ai valori, che